LISCIO
Il corso di BALLO DA SALA si sviluppa tra i balli LISCIO TRADIZIONALE PIEMONTESE, mazurka, valzer 5 passi e polka 5 passi, prosegue tra i ritmi latino/americani con il Cha Cha Cha, e il Boogie Woogie, continua con i ritmi più romantici del Tango e del valzer Lento per poi addentrarsi nel Fox Trot, nella Cumbia e nella Beguine.
Il Ballo Liscio: il liscio è un ballo di coppia nato in Romagna tra la fine del diciannovesimo secolo e i primi decenni del ventesimo che col passare degli anni si è diffuso in tutta Italia con prevalenza per l’Italia del Nord. Deve il suo nome alle movenze dei ballerini che usano scivolare, strusciare i piedi, quindi andare via liscio. Fondatore del genere è considerato Carlo Brighi, più noto come Zaclén, tant’è che, ancora oggi, l’espressione Taca, Zaclèn! (Attacca, Zaclèn!) costituisce l’invito ai musicisti perché inizino a suonare. Gli elementi principali che hanno contribuito a caratterizzare il nuovo ballo furono: l’esecuzione veloce delle mazurche e delle polche (appunto dovuta a Carlo Brighi); l’utilizzo di strumenti come il clarinetto (dalla fine dell’Ottocento) e la batteria (dal 1928, data di debutto dell’orchestra di Secondo Casadei, che per la prima volta la inserisce nell’organico, insieme al sax mi bemolle). Il Liscio Piemontese o Liscio Tradizionale Piemontese, è più lento di quello romagnolo ed eseguito principalmente da fisarmonica, clarinetto in do, sassofono e voce. Alcune formazioni di liscio piemontese sostituiscono al basso elettrico il basso tuba e non utilizzano la chitarra; tale scelta è probabilmente diretto retaggio delle formazioni bandistiche precedenti.
I luoghi del Liscio: la balera è grande salone adibito a pista da ballo con servizio bar. La prima balera fu aperta da Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria: il Capannone Brighi (poi “Salone Brighi”). In Piemonte troviamo una curiosa variante della balera: il ballo a palchetto (italianizzazione dal piemontese bal a palchett) ovvero una pista circolare chiusa con al centro un palo a cui veniva fissata una corda. Tale corda veniva tesa alla fine di 3 balli e un addetto compiva un giro totale della pista così da far uscire ogni ballerino da essa. Per poter accedere nuovamente alla pista si doveva pagare. In questo modo venivano pagati solo 3 balli e non l’intera serata. Questa tradizione persiste ancora in alcune zone del Piemonte dove in alcune sagre si paga “l’accesso alla pista da ballo”.
Il Cha Cha Cha, negli anni '50 Cuba viveva la dittatura di Fulgencio Batista, L'Habana, era diventata nel frattempo un grande casinò a cielo aperto: la Las Vegas del Caribe. L 'esigenza di incrementare il gioco d'azzardo e di divertire le folle di turisti danarosi che affollavano i casinò, favorì indirettamente il bisogno di musica, di nuovi locali e la creazione di nuove espressioni musicali.
Le charangas, tipiche formazioni cubane caratterizzate dalla presenza dei violini e del flauto, raggiunsero in quegli anni il loro apogeo. E questo grazie all'euforia provocata dal un nuovo ritmo: il cha cha cha, creato nel '51 da Enrique Jorrín, violinista e direttore dell'orchestra America.
Alla diffusione di questo nuovo ritmo collaborarono tutte le orchestre cubane più famose, in particolare l'Aragón de Cienfuegos e quella di José Fajardo y sus Estrellas. L’interesse verso questo nuovo ritmo provocò una vera e propria rivoluzione musicale e diede alla luce brani indimenticabili.
Il cha cha cha ebbe una grandissima popolarità fra i ballerini dell’epoca. Un enorme successo l’ottenne anche negli Stati Uniti, grazie alle innumerevoli incisioni dei portoricani Tito Rodriguez e Tito Puente, che seppero fare del chachacha uno dei balli favoriti della loro generazione. Si trattava di un ballo piuttosto semplice che si eseguiva prevalentemente in linea, con figure composte da semplici giri a destra o a sinistra. Il suo ritmo allegro e contagioso alimentò però la creatività dei ballerini che cominciarono ad inserire figure sempre più fantasiose che spinsero i più virtuosi a riunirsi in circolo per eseguire la cosiddetta “rueda de chachacha” dalla quale deriva quella che in futuro fu chiamata “rueda de casino”.
Anche in Italia questo ritmo cubano seppe conquistare l’onore delle cronache e attorno ad esso si scatenò la stessa febbre che in passato aveva saputo suscitare il mambo. Brani come il “Chachacha della segretaria”, favorirono anche il nascere di un chachacha nostrano che ci regalò numerosi successi discografici durante i favolosi anni ‘60.
Il chachacha è ancora oggi un ballo popolarissimo, entrato stabilmente, anche se con uno spirito molto diverso, tra le danze latino-americane che sono ricordiamolo: rumba, samba, paso doble, jive e appunto chachacha. Curioso come nel mondo degli standard, venga chiamato solo chacha e ancora più strano che molti siano convinti che questo sia il suo nome originale.
Come abbiamo visto chachacha, stava a sottolineare la sincope che esegue la conga fra il quarto e il primo tempo formata da tre scansioni: appunto cha cha cha. Allora perché chiamarlo chacha? Probabilmente perché i maestri inglesi volevano enfatizzare il fatto che fosse un ballo differente rispetto all’originale cubano.
Sicuramente tra tutti i ritmi cubani il chachacha è l’unico a non essere mai passato di moda e anche durante l’apogeo della salsa ha continuato ad avere i suoi cultori e ha rappresentato per molti artisti una valida alternativa musicale. Persino artisti pop hanno preso ispirazione da questo ritmo che è diventato familiare in tutto il mondo.
Il Boogie Woogie è uno stile musicale derivato dal blues per pianoforte, diventato molto popolare a partire dagli anni trenta e anni quaranta, ma che vede le proprie origini in tempi molto precedenti, e che fu successivamente esteso dal piano a formazioni di tre pianoforti, alla chitarra, alle big band, alle formazioni di musica country e western ed a volte a formazioni gospel. Nel 1938, Albert Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis, tre pianisti neri, vennero scoperti da un bianco: John Hammond. Per la prima volta nella storia della musica, questo stile è presentato ad un pubblico bianco nella famosa Carnegie Hall di New York e da quel giorno è iniziato un vero e proprio boom frenetico. Boom che ha inserito questo nuovo stile musicale ai primi posti di tutte le vendite discografiche e che ha sancito il sorpasso del boogie sulla musica jazz. Questo stile di musica, infatti, non fu soltanto patrimonio dei neri, ma influenzò anche molti musicisti bianchi, primo fra tutti Glenn Miller. Il genere boogie-woogie ha finito così per essere suonato e ballato in tutti gli USA grazie a lui proprio mentre gli Stati Uniti si preparavano ad entrare nel secondo conflitto mondiale. Furono proprio i soldati americani a portare il boogie woogie in Europa, incarnando la rivoluzione culturale e sociale dell’Europa del dopoguerra.
Il Tango è un genere musicale e conseguentemente un ballo. È per lo più in tempo binario, originario della regione del Río de la Plata. Nato in Argentina come espressione popolare e artistica, comprende musica, danza, testo e canzone.
Gli Inizi: La storia del Tango inizia a Buenos Aires ai primi del 900, quella che nasce è una musica triste, malinconica, nata dagli immigranti costretti a lasciare le proprie case, nasce dall’incontro della cultura popolare europea con quella locale, caratterizzata da una etnia di origine africana con in suoi ritmi musicali, inizia così la Storia del Tango. Tra la fine dell’800 e i primi anni 20 del ‘900 sono circa in 2 milioni i soli italiani che migrarono verso l’Argentina, dove trovarono una cultura già affermata nella quale si integrarono, ma dalla quale furono anche relegati assieme agli altri emigranti, agli schiavi neri liberati e i gauchos delle Pampas trasferiti in città anche loro in cerca di fortuna. Ognuno portava con sé le proprie poche cose, tra cui le proprie tradizioni, i propri canti e i propri balli, mischiati alla disperazione e alla malinconia. Insieme si trovarno nei conventillos (grandi case con cortili) che si trovavano negli Orilla,i quartieri creati per gli immigrati, ed è qui che si mischiarono le loro storie, i loro ritmi e le loro lingue. All’inizio si ballava dentro le case, nei conventillos, nei peringundìn e nei bordelli, dove le donne venivano pagate per ballare con gli uomini. Presto il Tango venne scoperto dalla borghesia e da qui il salto ai salotti europei fu breve. In Europa il lato sensuale ed energico del tango fu subito apprezzato ma anche criticato fortemente, come avvenne prima con il Valzer, tanto da essere bollato come osceno e immorale. La storia del Tango narra che Papa Pio X chiamò una coppia di ballerini di tango per avere un’idea precisa del nuovo ballo e per valutarne gli aspetti scandalosi, dopo l’esibizione del maestro Enrico Pichetti il sommo Pontefice avrebbe detto: «Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a ‘ea furlana; ma nò vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!» (A me sembra che sia più bello il ballo alla friulana; ma non vedo che gran peccato vi sia in questo nuovo ballo!)
In realtà nel gennaio del 1914 il Cardinale Vicario di Roma prendeva ufficialmente posizione contro il Tango. Il ballo entrò comunque nei salotti buoni europei e da qui tornò in Argentina dove fu adottato dalla borghesia e nacquero i primi locali dedicati esclusivamente a questo ballo.
Valzer Lento: Per conoscere il Valzer Lento occorre andare alle origini del Valzer che gli studiosi francesi sostengono derivi dalla Volta, ballo che introduce la posizione di coppia chiusa, cavaliere e dama, uno di fronte all'altra. Il Valzer diffuso inizialmente in Austria e nel sud della Germania, conquistò ben presto gran parte dell'Europa: dalla Francia (dove fu introdotto da Maria Antonietta) alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una danza internazionale. Il successo fu dovuto non solo al carattere fluente e orecchiabile della musica ma anche al fatto che per la prima volta la coppia di ballerini danzava, oltre che di fronte, anche abbracciata. In Inghilterra si sviluppò il Valzer Inglese o Valzer Lento che derivava dal Boston e dall'Hesitation.
Verso il 1890 il Boston fu portato in Europa. In verità, qui non ebbe immediatamente un grandissimo successo, anche perché si era radicata la tendenza (l'abitudine) a ballare il Valzer veloce (Viennese o tradizionale), qualcuno intuì nel Boston un qualcosa di particolarmente stimolante sotto il profilo coreografico e lo esasperò, fino ad arrivare a passi figurati ed esitati.
Attraverso l'introduzione di pause e rallentamenti, con l'obiettivo di imprimere un tocco artistico alla danza, nacque il BOSTON FIGURATO anche detto HESITATION. In Inghilterra il Valzer Viennese fu portato già nel secondo decennio del XIX secolo dai nobili che viaggiavano per l'Europa; ma per via della cultura puritana, non lo si poteva riproporre nella sua forma originale, in quanto il ballo di coppia chiusa era considerato disdicevole. Per questo motivo i maestri di ballo si ingegnarono in tutti i modi per renderlo compatibile con i costumi della loro società. Il ritmo fu rallentato parecchio, in modo tale che le figure di coppia chiusa e l'esecuzione dei volteggi non avessero tecnicamente bisogno di uno stretto e permanente contatto dei danzatori. Dal 1830 a Londra si ballava un valzer in due tempi che, nonostante la musica di 3/4, si articolava in due passi:
un passo strisciato sul primo battito + una esitazione sul secondo battito, uno chassè sul terzo battito.
In tale contesto, l'Hesitation ricevette un'ottima accoglienza. La sua tecnica e le sue figure fondamentali furono interamente recepite nell' ENGLISH WALTZ. Da questa confluenza nacque il prestigioso Valzer Inglese che oggi conosciamo e che nel corso degli anni allargò moltissimo il respiro e gli orizzonti. Si operò una perfetta sintesi fra l'ispirazione poetica di fondo del Valzer e la delicatezza spirituale dell'Hesitation. I seguaci di questo nuovo ballo furono moltissimi. Anche grazie a ciò, lo stile inglese trovò ulteriori conferme nel continente europeo ed ebbe facile gioco nella competizione con le impostazioni della danza di scuola francese.
Il Valzer Inglese rientra sia nella disciplina STANDARD sia nella disciplina BALLO DA SALA dove si usa definirlo anche VALZER LENTO, quindi Il Valzer Lento è la italianizzazione del Valzer Inglese.
Il Fox Trot: è una danza classificabile come moderna ed appartiene al genere della musica sincopata. Per capire in quale ambiente musicale è nato il fox trot si deve fare un piccolo passo indietro e partire dal RAGTIME (rag = fatto a pezzi - time = tempo), il ragtime è una musica negra basata sull'uso sistematico della sincope all'interno di uno schema di base abbastanza rigido. Si tratta di una musica popolare e al tempo stesso dotta. Lo dimostra il fatto che il suo strumento è il pianoforte. Assieme al blues e al jazz rappresenta il più importante fenomeno musicale del Nord America. I primi pianisti negri che suonarono tale ritmo risalgono al 1870. Essi si esibivano in alcuni locali del Middle West e creavano degli originali arrangiamenti sulle più famose musiche europee del momento (mazurke, polke e operette). Il ragtime è importante non tanto per se stesso, ma in quanto preparò l'avvento del Jazz. Nella fase intermedia della sua confluenza nel jazz generò il fox trot che intraprese una sua strada fino a raggiungere il massimo successo attorno al 1915 quando la musica del fox trot fu messa a punto con la sua specifica caratterizzazione, vi si costruirono sopra delle figure di danza consistenti in camminate veloci, giri a destra e sinistra, salti e chassè. Secondo alcuni studiosi il nome Fox Trot (passo di volpe) dimostra che tale ballo appartiene al gruppo di danze derivate direttamente dal ragtime e che sfruttano nomi di animali per proporne la imitazione dei passi su ritmi sincopati. Che il Fox Trot derivi dal ragtime è fuori dubbio; ma secondo altri ricercatori, il suo nome è legato all'attore californiano Harry Fox che lo inventò nel 1913. Il primo nome dato al ballo era trotting step: la base musicale era, naturalmente, il ragtime. Nella più grande sala da ballo di New York (Jardin de Danse) Harry Fox e sua moglie si esibivano personalmente in questa nuova danza. In breve tempo riuscirono a coinvolgere tutta la crema del ballo americano. In omaggio ai suoi meriti ed alla sua bravura, il trotting step diventò Fox Trot e nel 1914 fu inserito nella lista delle danze standard dalla Società Americana dei Professori di Danza. Il passo base era: slow, slow, quick, quick.
Nel 1915 il Fox Trot fu portato a Londra dal grande ballerino Oscar Duryea. La Società Imperiale dei Maestri di Ballo approvò l'adozione di tale danza apportandovi significative trasformazioni: furono aboliti salti, chassè e bruschi movimenti; furono introdotte figure delicate prese in prestito dal valzer lento. Praticamente si costruì un ballo tutto inglese, completamente diverso da quello americano. Dopo la prima guerra mondiale il Fox Trot inglese generò le due varianti che ci sono state tramandate con i nomi che oggi conosciamo (slow foxtrot e quickstep), la versione lenta, suonata attorno alle 28-30 battute al minuto, che mantenne il nome originario di (slow) foxtrot; la versione veloce, suonata attorno alle 46-48 (oggi fino a 50-51) battute al minuto, che prese il nome di quickstep. Oggi il Fox trot fa parte della disciplina BALLO DA SALA, presente solo in Italia. Slow foxtrot e quickstep fanno parte delle DANZE STANDARD e si ballano in tutto il mondo.
La Cumbia: sgorga direttamente dalla Colombia e si inoltra in tutto il Sudamerica colorando le calde città che ribollono di gonne coloratissime, di culi che si agitano e di corpi che vibrano. Per atmosfere decisamente frizzanti. La cumbia investe, poi, tutto il centro e Sudamerica prendendo mille sfumature come le persone che lo ballano. La Cumbia è originaria del XVIII secolo ed è il risultato di un lungo processo di fusione di tre elementi etno-culturali: indigeni, bianchi e africani. È un mix di ritmi latini e folk ed è proprio sui ritmi folk che oggi soprattutto in Italia la Cumbia è diventata un ballo di spicco e una musica piacevole suonata da tutte le orchestre nelle sale e nelle feste di paese.
La Beguine: per capire la Beguine facciamo un salto indietro e negli USA nei cinque balli Rythm di Stile Americano (USA) troviamo il Bolero e la Rumba: il Bolero è ballato sui ritmi lenti tipici della Rumba che noi conosciamo come appartenente alla disciplina DANZE LATINO AMERICANE (27/29 battute al minuto) La Rumba è ballata su ritmi più veloci e viene definita RUMBA-BEGUINE. Possiamo ritenere che gli Americani abbiano voluto mantenere in piedi una distinzione sostanziale tra rumba lenta e rumba veloce, usando il termine bolero per definire la versione lenta e denominando rumba-beguine la versione più veloce. L'impostazione americana, al di là dei nomi, è molto corretta, sia storicamente che musicalmente, in quanto prende atto del fatto che si tratta di due ritmi diversi fra di loro. Non dobbiamo dimenticare che la beguine è la rivisitazione in chiave moderata, operata in Martinica, della rumba cubana; nata come ritmo abbastanza veloce. Non a caso dopo il 1930 rumba e beguine fecero la loro contemporanea apparizione nelle sale da ballo, in concorrenza fra di loro, presentandosi con le seguenti caratteristiche: vivace la prima, moderata la seconda. Per molto tempo si è poi usata l'espressione Rumba cubana per definire una rumba suonata oltre le 30 battute al minuto, fino a 40; e si è adoperato il termine beguine per indicare un preciso tempo moderato della musica da ballo. La rumba nacque come danza di corteggiamento: il ritmo era talmente veloce che il ballo consisteva in una successione rapida di movimenti del corpo e soprattutto dei fianchi. L'azione dei piedi era minima: prevalevano i gesti e le espressioni del volto. Fu proprio la Beguine, con l'attenuazione del ritmo, ad introdurre numerose figure sul posto e camminate. Di tali figure di impossessò successivamente la rumba che, per entrare nelle sale, dovette europeizzarsi. Indipendentemente dai nomi, esistono due ritmi del filone rumba-beguine: il più veloce ed il più lento. In pratica abbiamo due danze che differiscono fra di loro. Di conseguenza sono necessarie due tecniche di ballo. Nel nostro paese la Beguine continua ad essere presente nelle sale da ballo. Essa è praticata molto più di quanto si possa immaginare ed è ballata sia consapevolmente che inconsapevolmente. Sulle copertine dei CD professionali è generalmente classificata come danza sociale per il semplice fatto che non si riesce a trovarle una diversa collocazione. Ed infatti non sarebbe corretto inserirla fra i balli ufficiali delle discipline codificate. Ma resta il fatto che essa è un ballo di coppia a tutti gli effetti. In Italia vengono continuamente proposti (e riproposti) brani di beguine da parte di arrangiatori, musicisti, orchestre e produttori di CD. Ciò dimostra che questo ballo gode di forte simpatia da parte del pubblico e che i musicisti sanno ben cogliere ed interpretare i gusti del popolo delle balere. Fra i motivi per i quali la Beguine continua ad avere una sua vita ed un suo spazio, ritengo che uno dei principali sia dovuto alla semplicità di esecuzione.
L’IMPORTANTE È PARTECIPARE.